Il maestroQualche volta, se leggo una fiaba o vedo un´opera, un balletto che mi fa sognare, e la mia anima vola in universi paralleli dove la realtà umana viene rappresentata in chiavi simboliche, rimango colpita dalla figura della “strega cattiva”. Quale mai è la corrispondenza di questo personaggio con la vita di tutti i giorni? Oh, sicuramente non sono le donne con i cappelli lunghi spettinati e il naso un po’ più grande del solito, cosa che significa mente acuta, donne che per questo in tarda età non sono ancora sposate, o non si sposano mai, che si occupano di arte, di diverse discipline, di spiritualità forse… Oh, no, non sono loro la strega della favola. Infatti, guarda caso in un´ancora favola, nell’ “uccello blu” di Maeterlick, la vecchia strega della vita di tutti i giorni si trasforma nella visione vera delle cose, con il strofinare il diamante dai due bambini protagonisti, in una fata, bella e giovane.
Allora? Chi è quella vecchia cattiva che si diverte a fare maledizioni alla giovane innocente addormentata nel bosco, o torturare Hänsel und Grettel e volerli anche mangiare, o magari quella cattiva donna che persegue la Biancaneve o schiavizza la Cenerentola?
Beh, ascoltate la mia storia di questi giorni, e forse potremo insieme farsi un’idea. Perché ho un sospetto, che forse è “lei” che si nasconde dietro certi strani avvenimenti che mi sono capitati in questo periodo, un momento cruciale della mia vita, di grandi difficoltà, errare ma anche di grandi cambiamenti. Vicino ai tanti sforzi, spesso coronati con con successo, sono arrivate anche minacce, gli abbandoni, la solitudine, strani ostacoli del tutto imprevisti, e qualche volta semrbava che tutto sarebbe crollato, e insieme a questo, la mia stessa vita.
Ho avuto però di più, non per la mia di vita, ma per sua. Del “maestro”. Paura che la "strega" abbia individuato lui dietro di me, e sapendo che con il suo potere e aiuto io mi stava liberando dalla sua maledizione, lo voleva eliminare. Ha bisogno la strega di me, e persone come me, ha bisogno del mio sangue, vuole mangiarmi, e io mi sono per tanto tempo lasciata mangiare, perché il mio corpo oggi viene morto, domani rinasce. Sono spirito puro che non muore mai. Ma il mio spirito dovrebbe essere reso dono a chi veramente ha bisogno di me, per illuminarli, e non essere bevuto da chi è pieno di qualcosa di negativo, di odio, di frustrazioni. Cosidetti “vampiri”, delle favole un po’ più horrr. La vittima ideale del "vampiro" delle favole era un "eroe" inconsapevole della propria forza o privo completamente di egoismo, che pieno di una qualche eccessiva umiltà si mette al servizio di una forza più grande di se, apre se stesso agli altri dicendo "mangiate e bevete", cosa che un vampiro ha proprio bisogno.
Anch' io attiro vampiri, in una maniera strana. Mi vedono nello specchio delle loro brame come la Regina della Biancaneve? Come riescono a trovarmi? O forse sono proprio io che vado da loro e non riesco a distinguere dietro la loro sorridente maschera il loro vuoto interiore. E mi affido, mi affido e divento poi loro vittima. Odio sentirmi vittima. Ma mi capita sempre. Non ero forse io a scrivere le tesi di laurea alle mie colleghe, quelle che dicevano che non la potevano fare da sole? Ed io stupida eccomi la che le scrivo le tesi. La vecchia signora non aveva bisogno di compagnia, oltre che aiuto in casa? Quanti anni ho passato della mia vita a servire lei, e non mi permetteva nemmeno di uscire da casa. Strani sono i vampiri. Non nascondono nemmeno il loro potere su di te, tanto sono sicuri della loro maledizione: "non sarebbero tiranni se non sarebbero schiavi". E cosi ti umiliano anche, chiamado il tuo altruismo "schiavitù", e la tua superiorità viene male interpretata come stupidaggine.
Eccomi ora di nuovo convivere con una signora, ricca e con una grande casa calda in questo periodo invernale (quando non sapevo dove andare) dove vive da sola con il suo televisore e telefono. Anche lei mi dice cosa devo fare e cosa no, se devo stare a casa e quando devo andare fuori (mai), e anche per lei faccio tanto, perché dice che ha bisogno di me…
Ero molto spesso nel passato attratta da queste persone. Avevo l’ impressione che avevano bisogno di me, del mio aiuto. E contemporaneamente, io avevo aiuto. Una condizione di bisogno o crisi, ci attirava. Stranamente all’ inizio andava anche bene. Erano buoni, e in belle conversazioni vedevo che qualcosa non andava bene con loro, erano solitari e isolati, sentivo che avevano bisogno. Ed eccomi alla fine non potere piu uscire da quelle case, succube come instettino sulla ragnatella, in quel strano rapporto di parasitismo fra un´albero ed i suoi parasiti, dove lui crede che ha bisogno della loro protezione e non si lamenta se li succhiano la linfa. L´albero é possente, ne ha per tutti. La casa stregata è molto accogliente, piena di dolciumi, promette gioia, pace, prosperità. Ma se entri, non sei piu libero, devi dare sangue... Hänsel e Gretel.
Queste signore con le belle case dove vivevano sole, o le maestre di canto con nessun allievo di talento, si presentavano spesso nella mia vita. E quando cominciavo a perire meno male appariva sempre un "salvatore", una specie di figura paterna, protettrice, e insieme un maestro di vita, uno che aveva maggiore esperienza della vita. Mi tirarava lui dalla loro grande forza amagliatrice, prima che mi rovinassi completamente risucchiata. E poi, c' era anche un’ altra strana categoria di gente. Forse i figli di queste prime persone. Frustrati ragazzi, che in un’illusione di libertà vivono vite sfrenate, direi forse un po’ perverse. Si, parlo di loro si. I figli delle signore frustrate, succubi da loro, ora omosessuali. Attiravo sempre ragazzi omosessuali intorno a me. Andavo da loro, esattamente come andavo dalle signore che promettevano una bella casa accogliente. Mi aprivano le braccia, offrivano vera amicizia, mi sentivo da loro coccolata. Ma poi, quando ero aperta, cominciavano a succhiare, e trattarmi male, con i piedi. Non lo volevano mica. Ma era inevitabile. Sia le prime signore, che i secondi signori, erano in loro insaputa portatori di qualche profondissimo disagio psicologico. E se non venivano mai in contatto con una persona come me, aperta alla loro influenza, in una maniera fatale, plutonica, trasformatrice, non sarebbero mai diventati vampiri. Non so perchè, l' incontro con me faceva uscire dalle persone quello che avevano dentro. Ma alla vista di questo Io, invece di cambiare in meglio, loro con piu grande ostinazione si attaccavano a questo Io. La loro scelta era la via piu facile del vizio...
Cosi una vittima innocente, il bene estremo, crea il male estremo, l’ angelo potenzialmente crea l’ esistenza del demone. L’ innocenza del bambino, è la pietra dello scandalo per creare l’ abusore. In quelle società che lasciano il seme del male nelle anime. Quella povera innocente Desdemona era la causa che è uscito fuori da Othello il suo demone della gelosia. Che se lei non fosse cosi ingenua, sarebbe rimasto fuori per sempre.
Mi sto accorgendo che qualcosa non va bene con me. Ho una strana paura di essere malvaggia, e questo mi rende vulnerabile. Dovrei imparare a essere completa, sviluppare anche il mio lato cattivo. Saper essere aggressiva quando ce ne è bisogno e non esplodere dopo una lunga giornata di stare buona, al primo che mi stuzzica. Cosi non sarei più la pietra dello scandalo, non sarei io quella che rende queste persone cosi antipatiche...
Gli umani possono cambiare. E diventare più perfetti, in una via verso la verità, e alla fine vivere più felici, e anche vivere meglio e più a lungo. Perché è ovvio che persone che vivono vittime, finiscono prima o poi malate, o morte… Peccato no?
Io lo sapevo che su di me pesa un tale destino, dell'eroica vittima. E poi io amo la vita…
Per questo ho cercato sempre il maestro, colui che mi possa aiutare. Non solo con la voce, che è lo specchio della nostra anima. Non riuscivo più a trovare lavoro cantando. Non ero felice quando stavo in scena, e nessuna audizione quasi non andava bene. Avevo bisogno di un maestro che trovasse la chiave per la mia voce, una voce dicevano fenomenale, che non riusciva a sfogare. Ho trovato quindi dopo tanto errare lui, che all’ inizio era un maestro di voce, e poi piano piano è diventato amico anche della mia anima e con i suoi consigli ha cercato di essere anche un maestro di vita.
La voce si è amplificata. È diventata bella, possente, espressiva, e anche la mia anima, per tanto tempo oppressa e schiava, che non riuscivo a mostrare, poi è uscita fuori e la gente era estasiata.
Il maestro era un'uomo semplice, non bello, non brutto, non ricco, non povero, non giovane, non vecchio. Aldilà di ogni stampo, aveva un carisma che lo rendeva amato da tutti. Dava l' impressione contemporaneamente di essere un bambino ma anche molto maturo. Invano cercavi di sapere cosa pensa dell'una categoria politica o di qualche evento. Mai non si è espresso male contro una categoria umana. Ma poteva esprimersi male contro precisi umani. E solo dopo aver fatto l' esperienza delle loro azioni. Mi ha detto spesso, che prima di conoscere me, non sapeva che esistessero persone cosi cattive. Che io avevo il talento di attirare negative persone intorno a me, e che gli dispiaceva, perchè meritavo di più. Sentiva la necessità di proteggermi e aiutarmi. E per questo è diventato il mio maestro.
La nostra lezione non era convenzionale. Il nostro era un imparare reciproco. Lui conosceva qualcosa di più da me, io sapevo altre cose che lui non sapeva. Eravamo contemporaneamente maestri e allievi. Un tempo avevo letto in un libro di Coelho "il maestro e il suo allievo stanno allo stesso livello, solo che il primo sa un pò di più". Cosi accettando anche il mio insegnamento, il mio maestro ha amplificato la propria sapienza, e in più, ha potuto anche lui crescere come cantante. Ora eravamo colleghi, cantavamo insieme, ci insegnavamo. Ma lui era più maturo di me, riguardo la conoscenza della gente. Aveva già una famiglia, due figli. Io era ancora uno spirito immaturo, che viveva in sogni, vergine e entusiasta. Sono appena passati pochi mesi dal nostro primo contatto, casualmente avvenuto attraverso persone che ci conoscevano, quando già ho cominciato a cantare meglio e mietere i miei primi successi fra il pubblico.
Ma quelli che prima mi succhiavano e mi riempivano di commenti, ora tacevano. Non erano felici non mi facevano nemmeno un complimento. Immaginavano quello che succederà quando me ne andrò? Volerò? E non erano felici? Perché mai…
E altri invece hanno cominciato ad amarmi e applaudirmi e darmi il vero affetto, quello che davvero mi riempiva di pienezza e gioia, anche perché ero io libera che mi offrivo agli altri. Nella mia grandezza. Ero felice di me, e rendevo felici loro.
Le signore avevano paura che volerò. E i giovani loro figli, erano invidiosi perché loro erano molto lontano da quella libertà.
Ma quello che è poi successo, e che mi ha fatto spaventare per la vita del mio maestro, aveva a che fare con il denaro. Con me loro potevano risparmiare tanti soldi, perchè per me il denaro non aveva valore. Cantavo per loro per una miseria, e ho avuto la fama di cantare gratis. Fino quando il Maestro è entrato nella mia vita, e l’ ha notato. E ha insistito con la severità ma anche la dolcezza di un vero maestro, che io mi liberassi da questa situazione. Che imparassi a mostrare i denti, diffendere me stessa, la mia dignità, il mio valore. Mandare a quel paese coloro che mi trattavano con i piedi, e nemmeno darli una seconda opportunità.
Allora, un giorno improvvisamente, come un fulmine a cielo sereno è arrivato il mio primo “no”. Mi avevano chiesto di cantare per due spiccioli, e in aggiunta un’ opera moderna e difficile, e ancor di più, un ruolo per niente bello o gratificante. Si sono anche aspettati che dicessi subito di si, credendo che io sia una che accetta subito perché senza soldi e mezzi. Tanto più grande era la loro sorpresa quindi, quando è arrivato il mio primo “no”. Non hanno mostrato nulla nell'espressione del volto, ma io ho sentito dentro di loro il profondo panico.
La Cenerentola, la Biancaneve, la Gretel, hanno osato reagire alla strega? Non hanno continuato a fare la vittima fino all’ arrivo del principe? O forse quel primo no, era il primo effetto di una nuova vita, e il principe era in qualche modo già arrivato?
Il “circolo dei vampiri” di artisti “buoni e bravi” si stava scuotendo. Immagino (mi piace fantasticare) come nel loro panico, si chiamano a vicenda e decidono improvvisamente di incontrarsi per discutere su questa novità, e pianificare nuove strategie per salvare l’ edificio che stava per crollare. Senza schiavi come fa a vivere un tiranno?
Immagino, come tetri e seri, vestiti di nero, con occhi freddi giacciati, in cappe e mantelli lungi scivolavano per i vicoli della città in mezzo la notte, per incontrarsi segretamente in qualche cantina di un palazzo vecchio, dove sotto luce di candele dovevano prendere la grande decisione:
Il responsabile del risveglio dei schiavi, il grande maestro, doveva essere eliminato. O lui o noi…
Come un bel tempo remoto, i sacerdoti collaboravano con le autorità romane per condannare il Signore, cosi li vedo preoccupati strappare le vesti per disperazione. All’ improvviso nel circolo di questi individui cosi autoritari senza motivo, si alza uno e dice:
“miei cari, perché tanta desolazione. La cosa è semplice. Seguiremo la allieva durante tutta la sua giornata (cercate di lasciarla almeno ora libera nei suoi movimenti) e vedremo dove si trova con lui, e chi è costui che l’ha indotta in tanto scomodo cambiamento. Domani mattina sarò alle sue orme”…
Nel silenzio totale, si è sentita la speranza che nasceva nei cuori impauriti…
Il giorno dopo, la bella addormentata camminava a passo svelto per le strade piene di neve e fango, in un’ aria fredda, ma con sorriso sulle labbra e tanta musica nel cervellino, tanti sogni nel cuore, bella e svelta.
Pochi secondi dopo di lei, dietro l’ angolo appariva un’ ombra buia, gli occhi stanchi, il volto pallido. Lentamente seguiva la protagonista, come la regina della Biancaneve. Quando lei è entrata nel pallazzo dove si trovava lo studio, l’ombra è rimasta fuori, indecisa se seguire, ma poi ha suonato il campanello e con voce ipocriticamente serena ha chiesto di entrare. Passando le sale dello studio, improvvisamente si è fermata davanti una porta e con cautela si è messa a origliare.
Dall’ interno della stanza, veniva una voce maschile calda e calma che stava ora rimproverando dolcemente, ora consolando e rafforzando qualcuno. “devi stare forte, e superare questa prova. Devi andare via subito da loro, e non dare nemmeno un chiarimento. Non ti meritano, loro che non sono nemmeno riusciti a vedere il tuo grande valore, e ti sfruttano cosi disumanamente. Via e chiudi tutte le porte. Se non vai via da loro, non vedo per te la possibilità di cominciare finalmente la tua carriera”… la risposta, triste della donna, ma con tono di reazione, di diffesa, con un po di narcisismo e capriccio era “non è vero, loro non mi possono fermare. Io posso sopravvivere anche con loro, e ce la farò perché l’ oro brilla anche nel fango. Mi possono derubare e sfruttare, ma non mi uccideranno mai. Ce la farò lo stesso”… “allora continui a non capire? Non sei cosi forte come credi. Ho paura per te… paura che ti possano davvero danneggiare. Vai via, scappa da loro e non dare mai più le tue forze a persone simili” "non lo so, non ora" continuava la voce femminile, dimostrando la mancanza di un carattere deciso e forza che provocava la severità del suo maestro "non voglio essere più tuo maestro, se accetti ancora lavorare per loro". La discussione proseguiva nello stesso polemico tono,vivace per quanto la ragazza continuava ostinatamente a non essere d’accordo, ma piano piano i toni si calmavano, cosa che dimostrava che alla fine lei capiva la verità, una verità crudele che metteva tutta la sua vita finora in una luce brutta. Tempo perso, energie perse, una vita sacrificata per niente, come gli anni di sonno della bella addormentata. Ma non è successo niente. Si, gli anni sono passati, ma lei era sempre lo stesso bella, fresca, giovanile e forte. Non era tardi. Se reagiva ora che ha visto tutto, tutto poteva cambiare. Il tempo del risveglio era arrivato, la vita ricominciava finalmente. Da quando era bambina, da quando i traumi venuti dalla sua famiglia di genitori separati, di violenze, solitudine, divisione, trasferimenti e poi tanta, tanta tristezza, da quando era cominciata la grande ricerca di affetto e riconoscimento che ha poi portato al circolo di vampiri promettenti di gioie e salvezza (con cambio il suo sangue), era passato infinito tempo, venti, venticinque anni di errare, di viaggi infiniti, esperienze tristi, raccolte scrupolosamente, si la vita era una raccolta di traumi che non finivano. Fino allora…
E quale sarebbe il prezzo del cambiamento? della libertà?
Niente, se no la sua decisione di cambiare vita. Questo era un regalo del destino a chi cerca la verità e vuole vivere. E niente non la poteva più fermare in questa nuova vita di libertà e luce, se non i foschi propositi nel circolo. Ma serebbero loro cosi forti, da mettere freno alla grande forza dello stesso destino?
L’ ombra è tornata a casa e preso la cornetta. “è Giovanni Tiresia l’artefice” e queste parole suonavano come un verdetto di condanna.
La stessa sera a casa, la signora misteriosamente ha pronunciato le seguenti parole alla sua giovane ospite: “Giovanni ha una cattiva influenza su di te. Ti proporrei di non avere cosi tanta fiducia nei suoi propositi. Ti vuole sfruttare. E poi non trovo giusto che passi cosi tanto tempo con lui, che ha una famiglia e che la sua moglie sicuramente si insospettirà.” Cerava di rompere la fiducia della allieva al suo maestro? che mezzi da buon mercato!
Con grande sforzo, la Gretel ha cercato di opprimere la propria rabbia per quel tentativo di intrommettersi nella propria vita e continuava a parlare sorridente. Questo era anche il consiglio del maestro. Per un attimo non ce l'ha fatta, ha alzato un po la voce, cosa che non ha avuto il risultato aspettato, ma poi si è calmata ancora. Le si sono scappate qualche parola non troppo cortese verso la vecchia signora, della quale si sarebbe poi pentita. Ma è rimasta ferma e non ha seguito i consigli. La signora ha sorriso sardonicamente ma dentro di se forse bolliva. Oh, in questo sorriso da strega, la biancaneve potrebbe sentire la paura. Chissà se non veniva stasera nella camera a ucciderla? Ma no, aveva sempre bisogno di lei, per le prossime produzioni. Calma.
Ma nessun non aveva bisogno del maestro per le prossime produzioni. Il maestro era un grande musicista, ma troppo grande per essere compreso e apprezzato dal circolo. E poi, non era bello. Ecco, proprio quello era che rendeva la Biancaneve cosi appetibile al circolo. La sua bellezza, sorriso, freschezza ancora. La voce, il suo senso artistico, questo forse non erano in grado di apprezzarlo, o se lo erano, allora non vorrebbero sostenerlo e promuoverlo. La bellezza di lei era un prodotto da vendere. Mora, con flair da carmencita, con un po di sex appeal e tanto fascino, la bella addormentata riusciva a fare strage nel pubblico della città nordica, quando era in piene forze, quando non le mancava il sangue, bevuto da qualcuno. Erano ormai mesi che non aveva forze. Ma ora le stavano tornando. Era di nuovo bella e fascinosa. Il pubblico cominciava a applaudire delirante e urlare brava affascinato e piangente. Ma il circolo non voleva tali successi. Significava che ora poteva volare o chiedere maggiori ricompense…
No, quel artefice dovrebbe essere eliminato.
Una mattina, Cenerentola è scesa prima del solito per far colazione. Di solito, presa dalla depressione non riusciva ad alzarsi dal letto prima delle 10-11 e poi ovviamente doveva contare su una bella sgridata per la propria “pigrizia”. Ma oggi è scesa verso le 8. Doveva andare allo studio per studiare con il maestro. Improvvisamente però sente la voce della signora che parlava dal telefono. “bene… allora hanno promesso di smettere il finanziamento di lui? Ma questo è fantastico. Non avendo piu soldi, non potra pagare l affitto, e poi faremo di tutto per chiudere le porte di teatri. Deve morire di fame, o tornarsene da dove è venuto. Qui non abbiamo bisogno di persone come lui..”
Gretel sentiva queste parole e non riusciva a crederci. Alla cattiveria della gente, ovviamente, la loro doppia faccia. Il bene che pensava era la maschera del bene, dietro alla quale si celava vuoto e male. Scappato da casa andava allo studio e tutto il giorno pensava come reagire. Avrebbe informato il Maestro, messo in guardia, e avrebbe pianificato la controstrategia per difendere lui e se stessa. Si, con la forza della verità e il loro grande talento sarebbero capaci di vincere.
E hanno cominciato di cantare. Il progetto era fare registrazioni, renderle pubbliche, e aspettare che con l’ aiuto della grande rete arrivasse l’ aiuto di persone veramente interessate a grande arte. Sarebbe venuto.
Nei prossimi giorni i risultati della strategia del circolo sono arrivati. I finanziamenti per Giovanni si sono fermati, le porte dei teatri si sono bloccate.
Ma piu tutto sembrava di andare storto, piu la forza interiore di lui e di lei aumentava. E con loro un universo intero si muoveva verso il loro aiuto. La fede, la forza di volontà e dell’ unione e reciproco sostegno di allieva e maestro, creava un terreno solido, e i due, nonostante miseri, non hanno crollato. Anzi, sembrava che proprio le difficoltà e ostacoli rafforzavano in loro il bene, e se oggi tutto sembrava nero, la loro pazienza, il continuo lavoro, la visione della perfezione artistica, in questo ambiente cosi ostile, attirava piano piano la luce, e piano piano la ruota della fortuna girava per loro, contro ogni macchinazione dei malefici.
Dopo mesi, sono cominciate ad arrivate le prime proposte di lavoro. Non erano dai teatri che conosceva il circolo, ma da paesi lontani, da gente sconosciuta che non facevano parte di nessun circolo, che davvero hanno apprezzato il talento del maestro e della sua allieva. Viva i nostri tempi. La democrazia, la libertà, i diritti umani hanno fatto si, che i due non erano morti, diffamati e torturati (ok, esagero, ma avete capito) e sono riusciti ad aspettare con pazienza, la natura che con i suoi tempi lenti ma solidi cambiava il destino di chi puntava in alto per se stesso e il mondo. Il mondo è cosi grande e variabile che non è possibile che un piccolo circolo di persone vinca alla fine.
Era quindi vittoria per loro che seguivano le leggi grandi universali, la voce interiore, la grandezza della musica e il bene degli umani, l' amore. Come la fine di ogni favola. Non è allora la vita di ognuno di noi, una favola? Si, basta vederla da un’ altro punto di vista. Allora si che cambia corso, e un mare di ostacoli finisce in un glorioso happy end!